Oggi vi voglio raccontare qualcosa di Rifò, un marchio con cui ho deciso di collaborare perché amo la loro filosofia e condivido in pieno i loro valori di sostenibilità, responsabilità e qualità.
Il nome nasce da un’inflessione toscana del verbo rifare, e trasmette sia la territorialità del marchio, che la logica che sta dietro al progetto, ovvero il metodo di rigenerazione dei vecchi indumenti, inventato più di 100 anni fa dai Cenciaioli toscani, per produrre un nuovo filato.
Ogni prodotto viene realizzato da piccole realtà artigianali della zona del pratese, che condividono i valori del marchio, di sostenibilità, etica del lavoro e produzione di piccole quantità per evitare la sovrapproduzione, e sottoscrivono un codice di condotta.
Parliamo di Cashmere e lana rigenerata. Il Cashmere utilizzato per essere rigenerato può avere due origini: può provenire da vecchi indumenti, oppure da scarti industriali. La lana proviene da vecchi indumenti.
In entrambi i casi le vecchie maglie e gli scampoli vengono selezionati per colore e poi ridotti allo stato di fibra. Il materiale ottenuto viene poi filato di nuovo, ottenendo un prodotto già colorato che abbatte drasticamente il consumo di acqua.
Ogni capo si porta dietro una storia lunga e bella, sappiamo per ogni maglione chi lo ha realizzato e dove, conosciamo la passione che c’è all’origine, e questa storia meravigliosa prosegue con voi, nel vostro armadio!
Niente viene lasciato al caso, anche le etichette e i materiali per l’imballaggio sono riciclati e riciclabili! Come non amarli?
Ma c’è di più: grazie a Rifò possiamo riciclare i nostri vecchi jeans e i nostri vecchi maglioni, vi lascio un link per aprrofondire: riciclo vestiti.
Con la prossima stagione arriveranno tante novità firmate rifò, e parleremo di cotone rigenerato, ma soprattutto potremo testare qualità e morbidezza per la mezza stagione, io nono vedo l’ora, e voi?